Da anni coltiviamo 2 tipi di rose da sciroppo presenti tradizionalmente in Alta Valle Scrivia: la rosa Rugosa e la rosa Muscosa i cui petali da sempre sono utilizzati per produrre lo Sciroppo di rose e il meno famoso ma ottimo “ Zucchero rosato” (confettura di petali di rosa). Siamo tra i fondatori dell’associazione “Le rose della Valle Scrivia “ nata nel 2000 per volontà di un piccolo gruppo di contadini della vallata con l’aiuto del Parco delle Valli dell’Antola e della Provincia di Genova allo scopo di recuperare e moltiplicare le vecchie piante di rose per permettere alle aziende della zona di ricavare dalla produzione di petali un’integrazione al reddito tramite il recupero di un prodotto che rischiava di scomparire anche se era ancora molto presente nei ricordi e nei cuori di tutti.
Abbiamo così impiantato una piccola coltivazione che intendiamo ampliare ancora un po’, ma non troppo per riuscire a gestire al meglio la produzione soprattutto dal punto di vista della qualità che rischierebbe di calare se avessimo quantitativi troppo elevati di petali da trasformare. Infatti i problemi più grossi sono legati al fatto che i petali devono essere trasformati freschi entro la giornata di raccolta che va effettuata almeno a giorni alterni perché, come anche i poeti insegnano , la fioritura della rosa è effimera e dura un tempo brevissimo. Per il resto le piante sono molto rustiche, resistenti alla siccità e alle malattie e non richiedono, di solito molte cure, a parte la potatura, né trattamenti contro insetti e malattie. Alla nostra altitudine le rose fioriscono di solito durante il mese di giugno per un periodo di circa 20-25 giorni in modo scalare. Per produrre un buon sciroppo i petali vanno raccolti asciutti, lasciati riposare in strato sottile in ambiente ben aerato per il tempo necessario per permettere agli immancabili insettini presenti di andarsene e, dopo aver eliminato eventuali impurezze, messi in infusione con un limone tagliato a fette in acqua bollente coperti per circa 24 ore, dopo di che si filtra il liquido così ottenuto, si aggiunge lo zucchero, si fa sobbollire per almeno 20 minuti e si imbottiglia.La ricetta tradizionale finirebbe qui ma, vista la tendenza del prodotto a formare a volte un sottile strato superficiale di muffa bianca, noi preferiamo bollire le bottiglie chiuse per almeno 40 minuti allo scopo di commercializzare un prodotto che pur mantenendo le tradizionali caratteristiche di gusto e qualità sia anche igienicamente sicuro pur senza l’uso di alcun tipo di prodotti chimici estranei. Naturalmente una volta aperto va conservato in frigorifero per un tempo limitato (15-20 giorni) a causa dell’assenza di conservanti chimici. Per chi volesse prepararsi da solo il proprio sciroppo vendiamo i petali freschi sia a casa che ai mercatini a cui partecipiamo.
Le dosi per provare a cimentarsi nell’impresa sono le seguenti:
petali puliti gr 300
zucchero gr 1000
acqua l 1
limone N. 1 con buccia.
Quando piove e i petali non sono adatti alla produzione dello sciroppo li usiamo per produrre un’ottima confettura adatta sia per gli usi tradizionali es. pane burro e marmellata per la merenda dei bambini sia per accompagnare formaggi soprattutto se stagionati. In questo caso non raccogliamo i petali ma i fiori interi che facciamo asciugare su tovaglie pulite ed ai quali al momento della spetalatura tagliamo la parte basale bianca, dopo questa operazione li frulliamo insieme a zucchero e succo di limone. Successivamente mescoliamo la pasta così ottenuta con altro zucchero e un po’ d’acqua facendo poi bollire il tutto fino ad ottenere la densità desiderata per poi invasettare chiudere e bollire i vasetti come le bottigliette di sciroppo.
Da qualche anno lo Sciroppo di rose è anche un Presidio Slow Food.
Come usare lo Sciroppo di rose?
Tradizionalmente viene bevuto diluito con acqua fresca d’estate, essendo un’ottima bibita dissetante e rinfrescante, volendo può essere anche diluito con acqua frizzante, ma un’altra usanza parimenti diffusa in passato e che varrebbe la pena di recuperare è quella di berlo d’inverno diluito con acqua calda come coroborante, per la cura naturale di malattie da raffreddamento e, se bevuto al mattino a digiuno, come blando regolatore intestinale adatto soprattutto ai bambini. Ovviamente non si tratta di una medicina ma di un alimento con particolari caratteristiche, come d’altra parte tanti altri alimenti di uso comune, basti pensare alla menta, quindi si può tranquillamente bere a volontà come qualunque altra bibita!
Con il recupero della produzione e della diffusione sono stati trovati anche altri usi e ricette che si affiancano a quelli tradizionali.
- Aperitivo alla rosa
Unire Sciroppo di rose e vino bianco secco frizzante nella proporzione preferita e servire freddo.
- Affogato alla rosa
Versare lo Sciroppo di rose sul gelato alla crema, se si preferiscono i gusti dolci, oppure sul gelato al limone o alla fragola.
- Macedonia alla rosa
Si può aromatizzare qualsiasi macedonia aggiungendo lo Sciroppo di rose al vino o al succo di limone, ma in particolare vi consigliamo lo Sciroppo di rose puro con le fragole o il melone.
- Crema di rosa allo yogurt
Mettere a scolare lo yogurt in un panno pulito per renderlo sodo, aggiungere Sciroppo di rose , mescolare bene e servire freddo.
- Granita all rosa
Macinare il ghiaccio, aggiungere lo Sciroppo di rose e mescolare.
- Bibita invernale
Ottima nella stagione fredda dopo una giornata passata all’aperto, ma anche da offrire agli ospiti nel periodo natalizio, si ottiene mescolando Sciroppo di rose, acqua bollente e buccia d’arancia oppure Cointreau o altro liquore all’arancia.
- Zuccherare aromatizzando
Una tradizione dei paesi mediorientali è quella di usare lo Sciroppo di rose per dolcificare il caffè, anche se noi italiani siamo molto tradizionalisti per quanto riguarda il caffè, vale la pena di provare! Ovviamente si può usare per dolcificare ogni tipo di tea e tisane.
Invitiamo tutti a provare nuove ricette e, se vogliono a comunicarcele inviandole al nostro indirizzo mail: info@lasereta.it così potremo pubblicarle in questo elenco insieme alle nostre.